Intervista RSI Radiotelevisione Svizzera italiana (Telegiornale)

8 aprile 2025

 

La RSI – Radiotelevisione Svizzera Italiana – ha intervistato Marco Tepoorten presso la sede Franzosini di Chiasso. Si è parlato dell’effetto immediato delle misure decise dagli Stati Uniti sull’export elvetico.
Due spedizioni già partite si troveranno a scontare un dazio del 31%.
Una situazione concreta che apre a riflessioni più ampie su cosa significhi oggi difendere la nostra economia.

 

Cosa succederà da domani alle merci svizzere dirette negli Stati Uniti? È la domanda che si pongono in queste ore numerose aziende esportatrici, alle prese con l’entrata in vigore di un nuovo dazio del 31% voluto dall’amministrazione americana. Una misura che segna un nuovo capitolo nella complessa dinamica delle relazioni commerciali internazionali e che potrebbe avere ripercussioni significative anche per la Svizzera, Paese tradizionalmente orientato all’export.

Dal centro operativo di Chiasso e Novazzano, la Franzosini – attiva da oltre un secolo nel settore della logistica doganale – segue da vicino l’evolversi della situazione. È proprio da qui che vengono gestiti ogni giorno trasporti verso tutta Europa, l’Asia e gli Stati Uniti, con una rete di servizi che integra trasporto, sdoganamento e consulenza.

“Proprio in questo momento – spiega Marco Oliver Tepoorten, presidente della Franzosini – abbiamo delle spedizioni dirette a New York e Houston già in viaggio. Il carico è partito quando ancora il quadro normativo era incerto. Ora, salvo eventuali cambi dell’ultima ora, queste merci saranno soggette al nuovo dazio.”

L’impatto sulle aziende svizzere

Il traffico verso gli USA rappresenta una quota più contenuta del fatturato di Franzosini, circa 1,5 milioni di franchi su un totale annuo di 35 milioni. Tuttavia, l’effetto delle nuove tariffe si fa sentire subito: le imprese clienti, già informate e coinvolte, mostrano preoccupazione per l’impatto economico, poiché i dazi rischiano di ricadere, almeno in parte, sui loro margini o sul cliente finale.

La misura imposta dagli Stati Uniti si inserisce in una logica di guerra commerciale, che rischia di generare reazioni a catena. Mentre il Consiglio federale svizzero ha escluso l’introduzione di controdazi, l’Unione Europea sembra adottare un atteggiamento più attendista. “La vera preoccupazione – aggiunge Tepoorten – è che questa iniziativa inneschi una spirale, con dazi su più fronti. Una guerra commerciale, in piena regola, che si somma alle altre crisi globali che stiamo già affrontando.”

Una fragilità strutturale da non sottovalutare

Al di là dell’impatto immediato sui costi, la situazione evidenzia un problema più ampio: la preparazione strutturale della Svizzera a gestire scenari doganali complessi. Negli ultimi anni, complice la liberalizzazione e la digitalizzazione, si è assistito a una progressiva riduzione del personale formato in ambito doganale – sia nel settore pubblico che in quello privato.

“Siamo uno dei pochi Paesi al mondo che applica i dazi in base al peso e non al valore – ricorda Tepoorten – e con la riforma del 2024 sono stati eliminati i dazi su una vasta gamma di prodotti industriali. Questo però ha ridotto ancora di più l’esperienza pratica nella gestione delle normative doganali. Se oggi dovessimo tornare a un sistema complesso, non siamo pronti.”

Il ruolo degli spedizionieri doganali

In questo contesto, realtà come Franzosini assumono un ruolo ancora più centrale. Non si tratta più solo di trasportare merci: l’intermediazione doganale diventa una componente strategica per garantire continuità, affidabilità e reattività. La conoscenza delle norme, l’esperienza con gli strumenti digitali doganali e l’adattabilità ai cambiamenti regolatori sono oggi competenze determinanti.

La situazione con gli Stati Uniti è solo la punta dell’iceberg: dazi, sanzioni, embarghi e nuove normative ESG stanno ridisegnando il panorama della logistica internazionale. È proprio in questi scenari che un partner affidabile, con competenze doganali consolidate e una visione globale, può fare la differenza.


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